lunedì 23 gennaio 2017

persino oggi


Sono più di due anni che non ci sei più. Ottocento giorni, tre Natali, un matrimonio. E lo sai, io non mi sono arresa, ho trasformato il dolore in azione, non ho permesso all'ingiustizia che ci toccava in sorte di distruggere tutte le cose buone che il tuo nome da sempre aveva significato per me: amore, sicurezza, dignità, casa.
Ho continuato a costruire, mi sono convinta che dalla stanza accanto tu potessi ascoltare il nostro canto che si innalzava nell'ora più buia che precede il mattino e sono andata avanti. Oggi però mi sorprendo a bagnare di lacrime il computer, come quel giorno in treno, quando venivo a dirti addio e mi sembrava che niente avrebbe più potuto avere un senso, che avremmo dovuto inventarcene uno nuovo, ricostruire un significato diverso per ogni parola.

E mi ritrovo a chiedermi: che senso ha avuto tutto questo dolore?
L'intervento di routine andato male, l'infezione, la tua lunga agonia e gli incubi, gli errori e le menzogne dei medici, le corsie dell'ospedale dove piangere di nascosto, e poi il tuo cuore che non reggeva più, il tuo corpo esposto, conteso, l'obitorio, il funerale da continuare a rimandare.
E mi sono detta nonno, per tutti questi anni, che non meritavi che io ricordassi le tue ultime settimane: dovevo chiuderle a chiave in fondo all'anima e lasciar prendere aria al tuo volto, per rivederti solo in quelli che chiamavi gli anni più felici, con i nipoti a far funghi nel bosco, a cuocere i necci sul fuoco, a ridere tanto, con la bocca spalancata, a girare coi pantaloni da lavoro sempre sporchi di sugo, ad abbracciarmi tanto, spesso, ogni volta che ne avevo bisogno. Ad amarci sempre, per tutti i giorni della tua vita.

Persino oggi che sappiamo che la tua morte non avrà giustizia e non ci sarà neppure un responsabile per la tua sofferenza: persino oggi voglio trovare la forza di non lasciarmi inquinare dalla rabbia. Aiutami a lavare via ogni amarezza dal tuo pensiero, a ritornare a te col cuore pulito e un sorriso sulle labbra: rendimi il mio nonno grande e forte di cui andare fiera, il mio eroe dalla compassione infinita che sapeva trovare una parola buona per ciascuno, un luccichio di salvezza in fondo ad ogni anima.
Torna a trovarmi in sogno, abbracciami forte ancora una volta e ti prometto che persino oggi ricorderò solo il bene che hai fatto, l'incredibile benedizione del tuo passaggio su questa terra. E dentro il mio cuore.

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